A cura della Dott.ssa Rosa ApicellaSpecialista in Chirurgia Vascolare Specialista in Chirurgia Generale
Introduzione
La Malattia Venosa Cronica (MVC) è una condizione
progressiva che affligge milioni di persone, manifestandosi con sintomi che
vanno dalla semplice pesantezza alle gambe fino a complicanze più severe come
le ulcere venose. Sebbene l'approccio terapeutico sia multiforme, un elemento
rimane il pilastro fondamentale del trattamento conservativo: l'elastocompressione.
L'elastocompressione, attraverso l'uso di calze elastiche,
bendaggi o tutori, è la strategia non invasiva più efficace per gestire i
sintomi e rallentare la progressione della MVC. Questi
dispositivi medici agiscono meccanicamente, supportando la funzione venosa
compromessa.
Ma in un panorama di opzioni terapeutiche così vasto, come si inseriscono
esattamente le calze elastiche? Quando e perché diventano uno strumento essenziale per
chi convive con l'insufficienza venosa?
Questo articolo è una guida completa pensata per rispondere in modo chiaro a
queste domande, analizzando il meccanismo d'azione della compressione, le
indicazioni cliniche basate sugli stadi della Malattia Venosa Cronica e come
scegliere il livello di compressione più adatto.
Perfetto, procediamo con la prima sezione chiave dell'articolo, dedicata a
spiegare la logica clinica e il meccanismo d'azione dell'elastocompressione.
Perché le calze elastiche sono fondamentali nella MVC
L'uso costante e corretto delle calze elastiche a compressione graduata non
è un consiglio opzionale, ma la base terapeutica essenziale per contrastare la
fisiopatologia della Malattia Venosa Cronica. Queste
calze agiscono come un sostegno esterno, correggendo il difetto principale
della MVC: la difficoltà del sangue a risalire verso il cuore.
Il meccanismo della compressione graduata
Il cuore dell'efficacia delle calze elastiche
risiede nella loro specifica struttura di pressione. La pressione esercitata è massima alla caviglia e diminuisce gradualmente
risalendo lungo l’arto.
Questo gradiente di pressione ottiene tre effetti fondamentali:
- restringimento del diametro venoso: la pressione esterna comprime i vasi venosi superficiali e perforanti. Riducendo il diametro della vena, il sangue al suo interno deve fluire più velocemente, un principio fisico noto come Legge di Poiseuille.
- miglioramento della funzione valvolare: l'ipertensione venosa nella MVC porta alla dilatazione delle vene e all'incompetenza delle valvole venose (che non riescono più a chiudersi correttamente, causando il reflusso). La compressione aiuta le valvole a ritrovare la loro funzionalità e riduce il reflusso sanguigno verso il basso, specialmente quando si è in piedi.
- supporto alla pompa muscolare: durante il movimento (camminare), i muscoli del polpaccio si contraggono e schiacciano le vene profonde, spingendo il sangue verso l'alto (la "pompa muscolare" o pompa venosa). La calza elastica massimizza l'efficacia di questa spinta, supportando attivamente il ritorno venoso.
![]() |
| Meccanismo compressione graduata mmHg |
I benefici clinici diretti
Grazie a questo meccanismo d'azione fisico, l'uso delle calze a
compressione offre benefici immediati e a lungo termine:
- riduzione dei sintomi: contrastano
rapidamente la sensazione di pesantezza alle
gambe, il dolore, i crampi notturni e il
prurito, che sono i sintomi più comuni di MVC negli
stadi iniziali.
- controllo dell'edema: l'accumulo di liquidi
negli spazi interstiziali (edema, il tipico gonfiore di caviglie e piedi) è
significativamente ridotto o prevenuto. La pressione esterna aiuta a spingere i
fluidi dai tessuti di nuovo nel sistema circolatorio.
- prevenzione delle complicanze: nelle forme più avanzate della malattia, l'elastocompressione è vitale per prevenire la formazione di complicanze severe, come la trombosi venosa superficiale e, soprattutto, le ulcere venose da stasi, migliorando l'ossigenazione dei tessuti.
Quando usare le calze elastiche: indicazioni e stadi
Determinare il momento esatto per iniziare la terapia compressiva dipende dalla gravità dei sintomi e dallo stadio clinico raggiunto dalla Malattia Venosa Cronica (MVC). L'approccio moderno si basa sulla Classificazione CEAP, che è lo standard internazionale per descrivere la malattia.
Classificazione CEAP e indicazioni cliniche
La classificazione CEAP combina quattro parametri (Clinico, Etiologico, Anatomico,
Patofisiologico). Ai fini pratici, l'aspetto Clinico (C) è il più
rilevante per l'uso delle calze elastiche:
|
Stadio
Clinico (C) |
Descrizione
(Sintomi e Segni) |
Quando
Usare le Calze Elastiche |
Livello
di Compressione (Indicativo) |
|
C0 |
Assenza
di segni visibili o palpabili di malattia venosa. |
Uso
Preventivo (Fattori di rischio o stile di vita). |
Bassa
(Prevenzione/Benessere) |
|
C1 |
Teleangectasie
("capillari rotti") e vene reticolari. |
Uso
Sintomatico/Preventivo (Se presenti sintomi come pesantezza). |
Bassa (18 mmHg) |
|
C2 |
Vene varicose (diametro ≥3mm). |
Uso
Terapeutico (Essenziale per gestire sintomi e rallentare la progressione). |
Classe I- II |
|
C3 |
Edema
(Gonfiore) di origine venosa. |
Uso
Terapeutico Costante (Essenziale per il controllo del gonfiore). |
Classe I - II |
|
C4 |
Alterazioni
cutanee: Iperpigmentazione, eczema, lipodermatosclerosi. |
Uso
Terapeutico Intensivo (Per prevenire l'ulcera). |
Classe II - III |
|
C5 /
C6 |
Ulcera
venosa guarita (C5) o attiva (C6). |
Uso
di Mantenimento / Terapeutico Massimo (Essenziale per la guarigione e la
prevenzione delle recidive). |
Classe III |
Dallo stadio C2 in poi, l'uso delle calze elastiche è
considerato un intervento terapeutico di routine. La classe di compressione
esatta è sempre definita dal medico specialista (angiologo/flebologo).
Circostanze che richiedono la compressione
Oltre allo stadio clinico, ci sono situazioni e momenti della vita che
aumentano drasticamente il rischio di ipertensione venosa e richiedono l'uso
delle calze anche in assenza di MVC conclamata:
- lunghi periodi di immobilizzazione: viaggi aerei o in
auto prolungati (la cosiddetta "sindrome della classe economica") o
prolungata degenza a letto.
- gravidanza: i cambiamenti ormonali e la pressione
fisica esercitata dall'utero sulle vene pelviche aumentano il rischio di varici
ed edema. Le calze sono spesso raccomandate per tutta la durata della
gestazione.
- attività lavorative statiche: professioni che
richiedono di stare seduti o in piedi per molte ore
consecutive (es. commessi, chirurghi, impiegati).
- post-intervento: dopo trattamenti per le varici (come la scleroterapia, il laser endovenoso o la chirurgia), la compressione è prescritta per stabilizzare i risultati e ridurre il rischio di trombosi
Scegliere la calza giusta: classi di compressione (mmHg)
L'efficacia della terapia compressiva dipende interamente dalla scelta
della calza appropriata. Le calze non sono un semplice indumento, ma veri e
propri dispositivi medici la cui forza viene misurata in millimetri di mercurio (mmHg).
Attenzione: Non confondere la
classe di compressione in mmHg con i Denari (Den). I
Denari indicano il peso del filato e la sua opacità, non il livello di
pressione terapeutica.
Calze preventive e di supporto (bassa compressione)
Queste calze offrono un supporto leggero e sono indicate per il benessere
quotidiano, la prevenzione, o in presenza di sintomi lievi di stanchezza o
pesantezza (stadio C0/C1).
|
Categoria |
Intervallo
di Compressione |
Indicazioni
Tipiche |
|
Supporto/Viaggio |
Sotto
i 15 mmHg |
Prevenzione
per lunghi viaggi, gravidanza in assenza di varici. |
|
Classe
A |
15-18
mmHg |
Sintomi
iniziali di pesantezza, edema leggero occasionale. |
Calze terapeutiche (secondo prescrizione medica)
Queste classi rientrano nella categoria dei dispositivi medici e devono
essere prescritte dallo specialista e la loro taglia misurata da personale esperto (farmacista o
tecnico ortopedico).
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Classi compressione calze elastiche mmHg
· Classe I (CCL 1)
o Compressione: 18-21 mmHg (alla caviglia).
o Indicazioni: Varici (C2), profilassi
post-scleroterapia e post-chirurgia. Spesso utilizzate anche per la prevenzione
secondaria.
· Classe II (CCL 2)
o Compressione: 23-32 mmHg (alla caviglia).
o Indicazioni: Varici con edema
(C3), alterazioni cutanee moderate (C4), profilassi di recidive di ulcere
venose (C5) e gestione della Trombosi Venosa Profonda (TVP) acuta o
post-trombotica. È la classe più frequentemente prescritta per la terapia
attiva.
· Classe III (CCL 3)
o Compressione: 34-46 mmHg (alla caviglia).
o Indicazioni: Grave insufficienza
venosa cronica, sindrome post-trombotica severa, ulcere venose attive (C6)
resistenti al trattamento. Richiede una rigorosa supervisione medica e viene
utilizzata solo nei casi più complessi.
Nota bene! L'automedicazione in
termini di classe di compressione è sconsigliata. La pressione deve essere
calibrata sulla base della patologia individuale, e l'acquisto deve essere
preceduto da una misurazione accurata degli arti per garantire che la calza offra la compressione corretta nel punto esatto.
Errori da evitare e controindicazioni
Sebbene le calze elastiche siano generalmente
sicure ed estremamente benefiche per la maggior parte dei pazienti con MVC, non
sono prive di controindicazioni. L'applicazione di una pressione esterna non
adeguata o la presenza di altre patologie possono rendere l'elastocompressione
dannosa.
Controindicazioni assolute (quando
non indossarle)
È fondamentale consultare il medico prima di iniziare una terapia
compressiva se si soffre di una delle seguenti condizioni:
- arteriopatia periferica avanzata (PAD): se il flusso
sanguigno nelle arterie delle gambe è già significativamente compromesso,
l'ulteriore compressione esterna potrebbe ridurre pericolosamente l'apporto di
ossigeno ai tessuti (ischemia).
- insufficienza cardiaca scompensata grave: l'improvviso ritorno
di un grande volume di sangue al cuore potrebbe sovraccaricarlo.
- dermatite e infezioni cutanee attive: la calza potrebbe peggiorare le lesioni o intrappolare l'umidità, favorendo l'infezione.
Consigli pratici per l'uso corretto delle calze elastiche
L'efficacia è strettamente legata alla compliance del paziente. Rispettare
queste indicazioni aiuta a ottenere il massimo beneficio:
- momento ottimale: le calze vanno indossate
preferibilmente al mattino, appena svegli, prima che
l'edema (gonfiore) abbia avuto modo di svilupparsi
- posizionamento: è essenziale che la calza sia indossata
senza pieghe o arrotolamenti, specialmente dietro il ginocchio o alla caviglia,
per evitare effetti di laccio emostatico che potrebbero ostacolare la
circolazione anziché favorirla
- cura e sostituzione: la compressione di una calza diminuisce
con il tempo a causa dell'usura e dei lavaggi. Generalmente, si raccomanda la
sostituzione ogni 4-6 mesi per garantire il
mantenimento del corretto livello di mmHg.
- igiene cutanea: mantenere la pelle idratata ma asciutta è cruciale, specialmente per chi indossa calze di classe II e III.
Conclusione: il ruolo proattivo del paziente
Le calze elastiche sono, in sintesi, lo strumento terapeutico
più potente e accessibile per il paziente con Malattia Venosa Cronica.
Non sono una cura definitiva, ma rappresentano la strategia più efficace per
controllare i sintomi, prevenire il gonfiore e, nelle forme avanzate,
proteggere la pelle dalla progressione verso l'ulcera.
La chiave del successo risiede nell'aderenza alla
terapia e nella corretta scelta del dispositivo.



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